«Il passato non deve morire esso vive in noi e con noi, ci accompagna e si manifesta nelle strade, nelle piazze, sul letto nuziale, presso la culla o la bara, nelle feste, nei giochi, in chiesa, nei campi, sui monti: dappertutto, insomma, vive e parla» sottolinea Giuseppe Pitrè.
… Proprio per farlo vivere e parlare, proporremo un ridotto esempio dei canti e delle danze del folclore dei contadini etnei, via via presentandovene gli essenziali elementi caratteristici.
… Proprio per farlo vivere e parlare, proporremo un ridotto esempio dei canti e delle danze del folclore dei contadini etnei, via via presentandovene gli essenziali elementi caratteristici.
Foto M.G. Rizzo © 2011
Se il passato e raccontato dalla storia, gli avvenimenti più veri sono tramandati dal riscontrare il vissuto dei tempi trascorsi.
E' importante, oggi e per il futuro, lontano conoscere, attraverso il raccontare il viver quotidiano, gli usi e i costumi, le musiche, i canti e le danze del lavoro, dell'amore, della festa ... cose che rappresentano, appunto, preziosa eredità vera e identità culturale delle nazioni unite di popolo. quest'azione, ha un'alta rilevanza "sociale e culturale"; si manifesta attraverso il recupero, la conservazione, la trasmissione del patrimonio folclórico, nonchè attraverso l'attenta esibizione dell'obiettiva realtà dei tempi trascorsi, per offrire, oggi, ai più anziani piacevoli ricordi e ai giovani occasione di riflettere sul nostro ambiente. L'ambiente siciliano e frutto dell'apporto di tante culture ed etnie dei popoli che nel passato (più che conquistatori) sono stati conquistati dalle doti naturali del territorio e della gente dell'Isola. Noi siciliani abbiamo saputo cogliere il meglio di tutti questi popoli e farlo nostro, creandoci identità una peculiare: vestiari, diversità dei dialetti e dei toni del nostro idioma, struttura sociale, modi di dire, abitudini familiari e gastronomiche ... lo hanno dimostrato.
Oggi, noi -molti dei quali forti di un’esperienza di oltre 50 anni di folklore siciliano- insieme a neofiti (contagiati dall’amore per la nostra Terra!) vogliamo rendere onore alla migliore indole siciliana perché sia apprezzata da quanti abbiano a cuore e abbiano sensibilità per la propria Terra e così perpetuare il ricordo dello storico “gruppo folk-culturale Figli dell’Etna” fondato (1956) e amorevolmente guidato (fino al 2006) dalla signora Rita Corona (figlia del maestro Emanuel Calì, autore, fra tantissime altre, della musica della più classica c.d. serenata siciliana: “E vui durmiti ancora”).
E' importante, oggi e per il futuro, lontano conoscere, attraverso il raccontare il viver quotidiano, gli usi e i costumi, le musiche, i canti e le danze del lavoro, dell'amore, della festa ... cose che rappresentano, appunto, preziosa eredità vera e identità culturale delle nazioni unite di popolo. quest'azione, ha un'alta rilevanza "sociale e culturale"; si manifesta attraverso il recupero, la conservazione, la trasmissione del patrimonio folclórico, nonchè attraverso l'attenta esibizione dell'obiettiva realtà dei tempi trascorsi, per offrire, oggi, ai più anziani piacevoli ricordi e ai giovani occasione di riflettere sul nostro ambiente. L'ambiente siciliano e frutto dell'apporto di tante culture ed etnie dei popoli che nel passato (più che conquistatori) sono stati conquistati dalle doti naturali del territorio e della gente dell'Isola. Noi siciliani abbiamo saputo cogliere il meglio di tutti questi popoli e farlo nostro, creandoci identità una peculiare: vestiari, diversità dei dialetti e dei toni del nostro idioma, struttura sociale, modi di dire, abitudini familiari e gastronomiche ... lo hanno dimostrato.
Oggi, noi -molti dei quali forti di un’esperienza di oltre 50 anni di folklore siciliano- insieme a neofiti (contagiati dall’amore per la nostra Terra!) vogliamo rendere onore alla migliore indole siciliana perché sia apprezzata da quanti abbiano a cuore e abbiano sensibilità per la propria Terra e così perpetuare il ricordo dello storico “gruppo folk-culturale Figli dell’Etna” fondato (1956) e amorevolmente guidato (fino al 2006) dalla signora Rita Corona (figlia del maestro Emanuel Calì, autore, fra tantissime altre, della musica della più classica c.d. serenata siciliana: “E vui durmiti ancora”).