"Figli dell'Etna" è il nome del "gruppo folk-culturale" di Catania che esordì il 2 maggio 1956, "istituito ed egregiamente diretto" dalla signora Rita Corona (figlia del musicista Gaetano Emanuel Calì 1885-1936, autore della musica della più nota serenata siciliana: "E vui durmiti ancora") che, fino all'anno 2007, pluri novantenne, con pari fervore lo ha guidato.
Il "GRUPPO", con l'attenta e caparbia opera della Direttrice, ha ricercato, conservato e trasmesso l'intimo spirito e la genuina Poesia delle radici e delle identità contadine della Sicilia in particolare, riferendosi alla cultura del territorio etneo.
Con paziente ricerca nelle classiche raccolte e dalla viva voce del popolo e con assoluta rigorosità etnografica anche grazie alle esperienze personali e alla memoria storica della sua anziana fautrice e direttrice (che fu componente del famosissimo gruppo "Canterini etnei" formato dal padre nel 1929), il gruppo ha un copiosissimo repertorio che propone -indossando una fedele riproduzione degli originali costumi- atteggiamenti, danze tradizionali e canti di lavoro, festa e amore fino alla seconda metà dell'Ottocento, facendoli rivivere e vivere.
Il gruppo nei suoi cinquant'anni di vita ha mantenuto vivo nel tempo il ricordo dei positivi riscontri di ogni tipo di pubblico sin dai suoi primi spettacoli e ha sempre saputo esprimere la tradizione folclorica della nostra terra ma ha, soprattutto, interpretato il più vivo e più naturale aspetto dell'indole dei siciliani e della storia della Sicilia.
Ha portato in tre continenti "il colore ed il calore" della Terra del Sole e ha ispirato, a connazionali e stranieri, a indigeni e emigrati, i migliori sentimenti nei confronti dell'Isola (di cui ancora oggi si parla, spesso associandola prevalentemente a realtà negative), esprimendone la sua vera, profonda e sana natura.
Il "GRUPPO", con l'attenta e caparbia opera della Direttrice, ha ricercato, conservato e trasmesso l'intimo spirito e la genuina Poesia delle radici e delle identità contadine della Sicilia in particolare, riferendosi alla cultura del territorio etneo.
Con paziente ricerca nelle classiche raccolte e dalla viva voce del popolo e con assoluta rigorosità etnografica anche grazie alle esperienze personali e alla memoria storica della sua anziana fautrice e direttrice (che fu componente del famosissimo gruppo "Canterini etnei" formato dal padre nel 1929), il gruppo ha un copiosissimo repertorio che propone -indossando una fedele riproduzione degli originali costumi- atteggiamenti, danze tradizionali e canti di lavoro, festa e amore fino alla seconda metà dell'Ottocento, facendoli rivivere e vivere.
Il gruppo nei suoi cinquant'anni di vita ha mantenuto vivo nel tempo il ricordo dei positivi riscontri di ogni tipo di pubblico sin dai suoi primi spettacoli e ha sempre saputo esprimere la tradizione folclorica della nostra terra ma ha, soprattutto, interpretato il più vivo e più naturale aspetto dell'indole dei siciliani e della storia della Sicilia.
Ha portato in tre continenti "il colore ed il calore" della Terra del Sole e ha ispirato, a connazionali e stranieri, a indigeni e emigrati, i migliori sentimenti nei confronti dell'Isola (di cui ancora oggi si parla, spesso associandola prevalentemente a realtà negative), esprimendone la sua vera, profonda e sana natura.